
27 Mag Carrelli abbandonati: come recuperare le vendite sull’ecommerce
Come trasformare una mancata vendita in un’opportunità concreta
L’ecommerce per una cantina rappresenta una leva strategica imprescindibile per valorizzare la produzione, raggiungere nuovi mercati e fidelizzare i clienti. Tuttavia, uno degli ostacoli più comuni (e spesso sottovalutati) nella gestione di un ecommerce è rappresentato dai carrelli abbandonati.
Secondo recenti studi, oltre il 70% degli utenti che inseriscono prodotti nel carrello non completano l’acquisto. Per una cantina che vende online, questo significa perdere quotidianamente opportunità di vendita concrete, spesso a un passo dalla conversione.
Carrelli abbandonati: cosa sono e perché si verificano
Il carrello abbandonato è un comportamento tipico dell’utente online: visita il sito, si interessa ai prodotti (ad esempio una selezione di bottiglie o un box degustazione), li inserisce nel carrello ma, per diversi motivi, non finalizza l’acquisto. Le cause possono essere molteplici:
- costi di spedizione non visibili o troppo alti;
- mancanza di fiducia nel processo di pagamento;
- tempi di consegna lunghi o poco chiari;
- distrazioni, incertezze o semplicemente dimenticanza.
Per chi gestisce un ecommerce, questi comportamenti non devono essere considerati come fallimenti, ma come occasioni per riattivare l’interesse del cliente. E qui entra in gioco uno strumento fondamentale: il recupero dei carrelli abbandonati.
Come funziona il recupero dei carrelli abbandonati
Il sistema per il recupero dei carrelli abbandonati è un modulo intelligente, integrabile con qualsiasi piattaforma ecommerce, che consente di tracciare i carrelli incompleti e avviare in automatico delle strategie di riconquista.
Le principali funzionalità includono:
1. Email automatiche personalizzate
Il sistema invia all’utente, dopo un intervallo di tempo predefinito, diverse email mirate che ricorda i prodotti lasciati nel carrello. È possibile programmare più invii (anche a distanza di un giorno, due, etc.), con testi differenti, per aumentare le possibilità di conversione.
Esempio concreto:
Un potenziale cliente seleziona tre bottiglie di Aglianico del Taburno, ma poi si disconnette dal sito. Dopo due ore riceve un’email con oggetto: “Hai dimenticato qualcosa di buono nel carrello?”. All’interno, un messaggio personalizzato, le immagini delle bottiglie e un link per completare l’acquisto in un clic.
2. Sconti temporanei o incentivi
Il plugin può offrire automaticamente un piccolo incentivo, come uno sconto del 5% o la spedizione gratuita, se l’utente completa l’ordine entro un certo limite di tempo.
Questo approccio stimola l’urgenza e migliora il tasso di conversione, soprattutto nel mondo del vino dove il cliente è spesso indeciso fra più produttori.
3. Analytics e tracciamento
Ogni interazione viene monitorata: il plugin consente di visualizzare quanti carrelli sono stati abbandonati, nell’arco anche di un mese, quali prodotti ricorrono più spesso e quante email hanno portato alla vendita. Un vero strumento di analisi strategica per il vignaiolo.
Perché è fondamentale per le aziende vinicole
Nel settore vitivinicolo, il contatto diretto con il cliente è un elemento chiave. L’ecommerce non è solo un canale di vendita, ma anche un’estensione digitale della cantina. Per questo motivo, ogni interazione deve essere curata, anche quelle che sembrano fallite.
Il recupero dei carrelli abbandonati consente di:
- recuperare fatturato che altrimenti andrebbe perso;
- migliorare l’esperienza utente, mostrando attenzione e professionalità;
- conoscere meglio il comportamento degli utenti, ottimizzando strategie future;
- aumentare la fidelizzazione, mantenendo un dialogo costante con il cliente
Integrare un sistema per il recupero dei carrelli abbandonati nel proprio ecommerce vinicolo non è più un optional, ma una scelta strategica. In un mercato dove la concorrenza è in crescita e l’attenzione del consumatore è limitata, avere gli strumenti giusti per riportarlo sul sito e concludere la vendita può fare la differenza.
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